29 novembre 2013

La libertà di un sorriso


"Il riso ha in sé qualcosa di rivoluzionario", diceva Herzen, di sovversivo.
Se ci pensate bene a lezione, a cerimonie formali, non si ride mai, perlomeno non apertamente. In passato i servi non potevano ridere alla presenza dei padroni così come i soldati alla presenza dei maggiori e a lavoro raramente si ride con i superiori. Allo stesso modo le persone che avanzano potere su di noi, gli altezzosi, coloro che credono di avere qualcosa in più, non ci concedono il sorriso perché solo gli eguali ridono fra loro.



Eppure se con eleganza riuscirai a non proibirti mai del riso in questi ambienti, se contrarrai sempre le labbra di fronte al disinteresse dei presuntuosi, al giogo dei falsi potenti, allora avrai sempre loro ed il mondo nelle tue mani. Perché nulla è più fastidioso, statuario, sicuro e penetrante di un sorriso scoccato nel momento giusto.

E' per questo che chi trova la leggerezza nella complessità e nelle complicazioni è scomodo, è per questo che la forza della consapevolezza della propria persona non può essere flessa dai vani moti di azzeramento dell'umore esterni. È esattamente quando in molti là intorno provano a cancellarti il sorriso con secchiate di normalità che devi sorridere più forte. Così, intrappolando tutti nella tua sconfinata libertà.
"Il riso di Voltaire ha distrutto più dei pianti di Rousseau".

-Come al solito ricordiamo che se qualche piagnucolone cronico dovesse essersi sentito ferito dalle indicazioni di tale post può andare a sanguinare altrove.
-Per scrivere questa roba mi è venuta un epistassi a causa dell'eccessivo uso del cervello.
-Ora vado a sbronzarmi di grappa veneta per normalizzare l'eccessiva serietà affinché possa entrare nella sala di fisioterapia commentando i culi delle tirocinanti a suon di rutti.


By L'Altro




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