Vi ricordate il vecchio telefono della
SIP? I più nostalgici, come me, ce l'hanno ancora e lo trovano
sempre bello. Dopo di lui è arrivato un abominio di design chiamato
Sirio, già il nome ricorda Furio, il noto personaggio di Carlo
Verdone, sapete, il medico che rispondeva al telefono col suo famoso
“no, non mi disturba affatto” anche mentre consumava la sua prima
notte di nozze.
Beh già a quell'epoca avevamo un tasto a dir poco inutile, lo guardavamo con sospetto dall'alto del nostro metro e venti e ci chiedevamo a cosa servisse, taluni hanno anche osato premerlo per scoprire che non succedeva assolutamente niente. Che tasto? Beh il cancelletto (per onor del vero anche l'asterisco non era un campione di utilità). Passarono gli anni, sostituimmo quei fantastici dispositivi con i cordless, anch'essi dotati di cancelletto, la cui utilità rimase immutata, probabilmente per non rendere troppo traumatico il passaggio a quelle generazioni meno avvezze all'assenza di cavi. Oggi non solo abbiamo i cordless, ma abbiamo un altro strumento mirabolante (quanto mi piace questa parola mirabolante mirabolante mirabolante.... scusate): lo smartphone, un dispositivo invasivo e lesivo della privacy che fa qualsiasi cosa grazie ad un sacco di applicazioni con grafiche fighissime e colori nitidissimi, non servono nemmeno i tasti. Bene! Con la rivoluzione degli smatphones e delle social App (i termini inglesi fanno un sacco figo, vero?) è stato finalmente dato un senso al cancelletto, adesso basta aprire facebook, instagram o twitter per trovare una valangata di cancellettate che vengono giornalmente vomitate in rete da giovani adolescenti vogliosissimi e da “diversamente adolescenti” (è un termine rispettoso nei confronti di tutti gli ultra ventenni che ragionano ancora come se fossero al liceo e il cui unico scopo nella vita è apparire fighi per procurarsi un po' di sesso occasionale) che usano e abusano del # facendolo seguire da frasi di un'idiozia disarmante anche per gli autori dei cinepanettoni di Massimo Boldi. Facciamo qualche esempio per dare un'idea più chiara: aprite instagram, andate nella pagina “esplora” e scegliete a caso qualche foto, apritela e leggete. Io lo sto facendo in questo momento: #ilmioamorepiccolo #instago #instame #instalove #tagsforlike #instalike #instaday, una ragazzina, direi molto giovane, scrive #grazie#aspirina#orastobene#tiamo. Ora capite a cosa serve il cancelletto? Qualche super cervellone pagato dalle super potenze (questo complotto me l'ha suggerito Beppe Grillo), ha creato questo sistema di coercizione mentale che risucchia le menti labili in un vortice di demenza e hanno avuto il colpo di genio di mimetizzarlo con un nome che, essendo inglese, fa molto figo: HASHTAG... Oggettivamente nessuno può resistere ad un fenomeno che ha un nome che sembra quello di un profumo: “#Hashtag#, le nouveau parfum de Crétin” (ovviamente la pubblicità presenterà anche #hashtag #profumo #crétin #nonpuzzopiù #nonservefarsiladocciabastausarehashtagduevoltealgiorno e altre cancellettate varie ed eventuali).
Beh già a quell'epoca avevamo un tasto a dir poco inutile, lo guardavamo con sospetto dall'alto del nostro metro e venti e ci chiedevamo a cosa servisse, taluni hanno anche osato premerlo per scoprire che non succedeva assolutamente niente. Che tasto? Beh il cancelletto (per onor del vero anche l'asterisco non era un campione di utilità). Passarono gli anni, sostituimmo quei fantastici dispositivi con i cordless, anch'essi dotati di cancelletto, la cui utilità rimase immutata, probabilmente per non rendere troppo traumatico il passaggio a quelle generazioni meno avvezze all'assenza di cavi. Oggi non solo abbiamo i cordless, ma abbiamo un altro strumento mirabolante (quanto mi piace questa parola mirabolante mirabolante mirabolante.... scusate): lo smartphone, un dispositivo invasivo e lesivo della privacy che fa qualsiasi cosa grazie ad un sacco di applicazioni con grafiche fighissime e colori nitidissimi, non servono nemmeno i tasti. Bene! Con la rivoluzione degli smatphones e delle social App (i termini inglesi fanno un sacco figo, vero?) è stato finalmente dato un senso al cancelletto, adesso basta aprire facebook, instagram o twitter per trovare una valangata di cancellettate che vengono giornalmente vomitate in rete da giovani adolescenti vogliosissimi e da “diversamente adolescenti” (è un termine rispettoso nei confronti di tutti gli ultra ventenni che ragionano ancora come se fossero al liceo e il cui unico scopo nella vita è apparire fighi per procurarsi un po' di sesso occasionale) che usano e abusano del # facendolo seguire da frasi di un'idiozia disarmante anche per gli autori dei cinepanettoni di Massimo Boldi. Facciamo qualche esempio per dare un'idea più chiara: aprite instagram, andate nella pagina “esplora” e scegliete a caso qualche foto, apritela e leggete. Io lo sto facendo in questo momento: #ilmioamorepiccolo #instago #instame #instalove #tagsforlike #instalike #instaday, una ragazzina, direi molto giovane, scrive #grazie#aspirina#orastobene#tiamo. Ora capite a cosa serve il cancelletto? Qualche super cervellone pagato dalle super potenze (questo complotto me l'ha suggerito Beppe Grillo), ha creato questo sistema di coercizione mentale che risucchia le menti labili in un vortice di demenza e hanno avuto il colpo di genio di mimetizzarlo con un nome che, essendo inglese, fa molto figo: HASHTAG... Oggettivamente nessuno può resistere ad un fenomeno che ha un nome che sembra quello di un profumo: “#Hashtag#, le nouveau parfum de Crétin” (ovviamente la pubblicità presenterà anche #hashtag #profumo #crétin #nonpuzzopiù #nonservefarsiladocciabastausarehashtagduevoltealgiorno e altre cancellettate varie ed eventuali).
Beh, come primo articolo, direi che è
sufficiente, che dite? Nel prossimo magari entriamo nel merito di un
altro fenomeno tornato in auge dai 70's: LE DITA A V IN SEGNO DI
VITTORIA NELLE FOTO.
#primoarticolo #post #blog
#cancellettoaiuilloviuforeverendever #iningleseèpiùfigo
#instatodiebbrezza
Ci tengo a precisare che:
- L'articolo che avete letto è stato scritto in tono del tutto scherzoso e non diffamante, non prendetevela. Chi se la prende è un Hashtag.
- #Hashtag# non è un prodotto realmente in vendita e non credo nemmeno sia in fase di produzione, siete pregati di risparmiarvi la figuraccia chiedendolo in profumeri.
- Se tra gli hashtag trovati sulla pagina “esplora” di instagram, riconoscete il vostro, non prendetevela..... piuttosto vergognatevi un pochino.
- Riferimenti a fatti cose e persone sono puramente casuali... o forse no? Ad ogni modo c'è un indagine in corso e aspetteremo che gli inquirenti facciano luce su questo argomento.
- Se conoscete qualcuno che fa uso di Hashtag, non emarginatelo, aiutatelo. Con il vostro aiuto potrà affrontare un percorso di riabilitazione e tornare ad utilizzare il cervello.
Stay hashtag, stay bimbominkia. Thank
you all very much. - S. Jobs -
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