12 luglio 2013

Make-Up tutorials: come sembrare più ridicola

Sono sempre più colpito, anzi, danneggiato cerebralmente come Tyson in botta di ormoni, da alcuni video che si trovano sulla home page di YouTube.
Mi riferisco in particolare ad una categoria: i make-up tutorials, i quali mi lasciano basito come la pizza made in USA con i peperoni, costringendo al suicidio intere porzioni della mia materia grigia.
 In quei momenti capisco cosa significhi essere Renato Brunetta per la bassezza dei contenuti.
Comunque ogni volta che accedo al Tubo vorrei cavarmi gli occhi alla vista delle previews di quelle cialtrone rincitrullite, ma poi il mio istinto, che tende alla sopravvivenza, mi salva per autoprotezione dalla cecità definitiva preferendo la perdita di 6 diottrie portandomi a cliccare sulle canzoni di Pitbull.
Spuntano come in una coltura di batteri in vitro: ogni minuto, mentre la Canalis sbaglia un congiuntivo guidando in stato d'overdose di crocchette, una diversa sedicente make-up artist che spera di sbarcare il lunario ad hollywood, truccata come Ronald Mcdonald (il clown del Mc), spiega come sembrare più ridicola ad eserciti di altre giullari in erba in cerca di ispirazione e di falli su cui danzare.
Tralasciando la capacità esplicativa di queste professioniste della bruttezza che si avvalgono dell'uso di complesse strutture sintattiche tipo: "cioèh, nel senso, cosi, poi bho, qui no?, infatti" queste orde di shampiste paragonabili alla guida telefonica di Tokyo in quanto a snellezza, tentano in sintesi di camuffare tutti gli acciacchi e i bozzi dermatologici che le caratterizzano.
Armeggiano arnesi che il 90% delle donne comuni non hanno mai visto, tiraciglia, lucida palpebre, cancella occhiaie, spurgapori, spennellandosi di prodotti cosmetici autoristrutturanti in sequenze precise, altrimenti la pelle rischia l'autocombustione.
Poco male se sotto a quello strato di polimeri plastici "naturali" si forma uno strato di humus tra la pelle ed il cerone. L'importante è essere belle e valorizzare i propri tratti con il giusto trucco.
Ma queste fanciulle non hanno, ahimè, capito una cosa:
puoi truccare quella bagnarola somatica che osi chiamare viso finché vuoi, ma se sei più inguardabile di una zona pelvica incolta (quello che chiamo er classico gatto), a ben poco serve truccarti.
Se prendi il cesso in ceramica di casa mia, comodissimo e confortevole sicuramente e che in più occasioni ho anche abbracciato ubriaco al ritorno notturno, e gli metti mascara e matita, fidati che non diventa una topa di Victoria's Vecret: rimane sempre un cesso della Ideal Standard.
E permettetemi il lusso di un'ultima perla: io solitamente nei cessi ci cago. Quindi non potete che raccogliere scorie di insulti.
by L'Altro
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