16 ottobre 2013

Facebook: l'importante è farne parte...


Mi piace il fatto che ognuno di noi, oserei quasi dire tutti, quando si intavola il discorso Facebook esordisce con il classico commento: "Mi sono stufato di Facebook, non ci entro quasi più, ormai sono vecchio". Utilizzatori di Facebook che criticano Facebook, sempre. E allora, cari i miei snob intellettuali, perché non fate un favore all'ormai compromessa società e non prendete in mano le vostre virtuose vite che tanto possono fare a meno dei social network? In realtà i più forti critici della piattaforma sono i primi che da questa ne giovano in qualche modo, perché ognuno di noi è Utente ma, il particolarismo che si cela dietro questo appellativo varia proprio in base all'utilizzo che se ne fa. 
È inutile nascondersi proprio dietro quel dito indice con cui premete ansiosi Login, perché Mr. Zuckerberg, senza volerlo, ha dato vita a nuovi attori sociali e veri e propri fenomeni virtuali che coinvolgono tutti in egual misura. 


Nell'elenco che vi riporto di seguito cito i più comuni utenti di Facebook in base all'utilizzo che ne fanno: 
  • "Il Compiacente": che sia bello o che sia butto clicco Like dappertutto. 
  • "L'Esegeta":                     "                                io commento     "         . Lui è come il prezzemolo, come il cane che fa pipì ad ogni palo per segnare il territorio. 
  • "L'Hashtaggatore di vite sottotitolate": vd. art. Cancelletto (hashtag se hai meno di 25 anni). Perché i sottotitoli a foto/stati sono essenziali per capirne il senso. 
  • "Il collezionista di nomi senza volto": lui invia richieste di amicizia senza un perché, ha più di 2.000 amici e il sabato sera lo trovi online. (esenti dalla categoria i PR, se no poi questi lavoratori stakanovisti, mal pagati, non protetti dai sindacati insorgono e mi tocca scrivere un articolo ad hoc per tutelare i loro interessi). 
  • "Il simpatico truffaldino": Nato a Honolulu, vedovo, crede nella sua squadra di calcio, non mostra la sua data di nascita, non ha niente da nascondere.
  • "Il giornalista mancato": lui tratta ogni argomento come se fosse stato il primo ad apprendere la notizia da fonti segrete. Agente dell'Interpol, opinionista, tuttologo. Fermo sulle sue posizioni come Matri in area di rigore, più presuntuoso di Nanni Moretti e più commovente di Barbara d'Urso. 
  • "Per gli amici: Leo": se Leopardi avesse avuto Facebook altro che Zibaldone… O forse la concorrenza lo avrebbe spinto al suicidio una volta per tutte. 
  • "The brave": lui è perennemente incazzato. Perché solo lui si sveglia il lunedì mattina, solo lui trova coda in tangenziale, solo lui ha un ritardo del treno, solo lui ha freddo in pieno inverno e caldo in piena estate. Ossessionato dagli attentati alla sua vita, peggio di Berlusconi, è vittima della società che lo mette alla prova ogni giorno. E lui, inamovibile, sfoga le sue lecite ansie e seccature attraverso Facebook. 
  • "Il belfagor dei social network": colui che appare inattivo, ma zitto zitto sa i fattacci di tutti. 


Chiaramente, uno non esclude l'altro, esistono anche utenti compiacenti/esegeti/hashtaggatori/.….e senza una vita. Ma ci piace questo mondo sfaccettato, questo flusso inarrestabile di apparizioni virtuali e in fondo non ci interessa cosa siamo per gli altri, cosa appare di noi, ci basta sapere che ne facciamo parte attivamente o passivamente. 

Ancora una volta… Grazie di tutto Mark. 


by Lei


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