10 dicembre 2013

Il fallimento dei forconi


Normalmente questo blog non si dedica all'informazione o a trattare temi di mera attualità senza inserire un qualcosa che faccia scaturire una risata. Purtroppo oggi non siamo riusciti a trovare nulla di cui ridere in merito a quanto accaduto ieri qui a Torino.

Torino - 09/12/2013 
Oggi muore la civiltà del popolo italiano. Perita sotto il suo stesso braccio violento.



Ieri ero in centro per lavoro, ma non mi è stato permesso di fare ciò per cui mi sono mosso da casa. Sarei dovuto andare in un ufficio pubblico, uno di quelli che ti fa i conti in tasta, per degli obblighi contrattuali che ho nei confronti di questo ente statale. Appena uscito dalla metropolitana in P.zza Statuto vedo venirmi incontro un corteo apparentemente pacifico, certamente indignato, ma pacifico. Visto che facevano il mio stesso tragitto, decido di aggregarmi. Nel frattempo ricevo una chiamata dalla direttrice di questo ufficio che mi comunica che il nostro appuntamento è rinviato a data da destinarsi perchè non sarebbe in grado di garantire la mia sicurezza di fronte all'ingresso del palazzo.

Da qui ho iniziato a girare un po' la città fino ad arrivare in P.zza Castello dove un gruppo di persone ha deciso di usare le forze dell'ordine come bersaglio della loro sassaiola solo perchè preposte a garantire l'ordine pubblico. Il peggio però si è consumato prima che tutto questo iniziasse. Ho avuto modo di parlare con alcuni amici che hanno le loro attività in zona, sono stati costretti a tenere chiuso tramite minacce. "Se provi ad aprire ti spacchiamo il negozio". In via Po, nella prima mattinata, un "commando" di diversamente intelligenti è andato a saccheggiare e imbrattare gli esercizi che avevano alzato le serrande. Chi ieri avrebbe voluto portare a casa la pagnotta, ha dovuto piegarsi al volere di un gruppo di persone il cui unico scopo è rovinare ulteriormente questo paese.

Camminando per le vie del centro ho visto la mia città deturpata e stuprata con scritte insensate inneggianti alla rivolta, alla libertà per gli ultras, alla lotta armata. Non era una protesta, non era una lotta per i diritti e non era nemmeno un mezzo per ottenere uno scopo, ieri si è consumata la vergogna di un popolo tra i più beceri su questa Terra. Un popolo che rivendicava un diritto inalienabile, negandolo con la violenza a chi quel diritto l'ha ottenuto col sudore del sacrificio. Non importava a nessuno ieri se chi apriva la saracinesca, l'apriva perchè non poteva permettersi un mancato guadagno. Ieri importava solo dimostrare nel peggiore dei modi che ci meritiamo ciò che abbiamo.

Ho visto commessi e commesse ricevere insulti ed essere oggetto di lancio d'oggetti solo perchè erano al lavoro, solo perchè esercitavano quello stesso diritto che i loro "cecchini" stavano pretendendo. Ragazze e ragazzi giovani che lavorano per pagare l'affitto e la retta universitaria.

In questo paese non abbiamo la cultura della protesta, non siamo in grado di prendercela con chi ha le responsabilità. In questo paese sappiamo solo attaccare chi ha qualcosina in più di noi. Non capirò mai se è banale ignoranza o semplicemente invidia. Resta solo il fatto che quella che era partita come un'iniziativa con enormi potenzialità, si è rivelata essere nuovamente motivo di vergogna di fronte al mondo dando maggior forza a chi è parte attiva di questa situazione degradante.

Spero che oggi, riguardandosi in tv, capiscano di essere complici di chi li ha privati della dignità.

Ieri non ha fallito lo Stato o le istituzioni, bensì il popolo italiano.

by Lui


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