30 luglio 2013

Amori estivi, storie di una "botta di vita"


Cos'è la primavera se non la stagione degli ormoni in rinascita, delle diete, del cambio guardaroba, del "scusa ho bisogno di una pausa di riflessione, ci risentiamo a settembre"… È la preparazione atletica degli sportivi, dei professionisti dell'amore. Le olimpiadi dell'amore si svolgono tra la prima metà di giugno e la seconda metà di agosto, semplici requisiti per partecipare attivamente: 
  • essere ufficialmente single
  • guardaroba aggiornato alle ultime tendenze
  • buon grado di sopportazione dell'alcol
  • qualche risparmio pronto per essere sperperato nel peggiore dei modi
  • passaporto non scaduto

L'estate risveglia il cuore, lo sappiamo tutti e le vacanze estive sono sinonimo di amori estivi. La maggior parte di questi nascono e si sviluppano sulla sabbia che brucia, sotto stelle cadenti, dentro mari mai troppo freddi, con canzoni romantiche e libri (per chi li legge) che raccontano storie di vite invidiabili.
Dolci e perfetti quadretti di cui Mr. D'Annunzio scriverebbe volentieri, che incitano all'accoppiamento disinteressato, al godimento puro dell'attimo e della situazione.
Presentazione idilliaca si, ma nella realtà il romanticismo rimane ancorato al fondo del margarita dell'aperitivo che ho bevuto un'ora fa. I gesti più romantici li vedi alle 4 del mattino in discoteca, quando l'uomo ormai senza speranze, gioca la carta della rosa del marocchino che grazie al cielo spunta sempre al momento più opportuno. Ammettiamolo, se non ci fossero loro ci sarebbe la crisi del mercato delle rose. Allora ci sono: gli amori "a breve termine" ovvero nati cresciuti e morti nell'arco di tempo necessario per fare fuori una scatola di preservativi. Quelli a "lungo termine" senza una data di scadenza perché vengono alla luce solitamente in posti di mare detti anche "di seconde case", dove si conoscono tutti ed il tuo vicino di casa è anche vicino di ombrellone . Poi ci sono quelli "a tempo determinato", quindi soliti ai classici viaggi da lunedì a lunedì, di quelli che vivi al massimo proprio per la mancanza di tempo e di speranze che questo continui (di default se vivi a Milano te ne trovi uno di Siracusa). 
E si consumano così, come gin lemon ghiacciati, come oli autoabbronzanti, come le rose di quei marocchini che il giorno dopo ti ritrovi accanto al letto, senza più foglie e appassite. Sono cuoricini in cerca di battiti oppure semplicemente persone con il bisogno di fare attività fisica. 
Saranno i corpi nudi stesi al sole, i mini/impercettibili abiti, il sudore misto crema sulla pelle, i balli a piedi nudi sulla sabbia, l'invidia verso le coppiette innamorate in vacanza, la vodka di pessima qualità offerta dai locali. Le liti in discoteca, gli armistizi tra le lenzuola, le aspirine del giorno dopo… Alla fine, sempre di botte si parla. 
Ma in fondo, che stagione meravigliosa. 

Ho sempre odiato l'inverno. L'inverno congela tutto, le persone, i sogni, i problemi, tutto. E li lascia li, ad aspettare non si sa bene cosa. Come se il tempo si fermasse sopra le nostre teste, e ci fosse solo spazio per i lamenti. Ci si lamenta del freddo sulla pelle e nel cuore, ci si lamenta per non poter essere ciò che siamo alla luce del sole, poichè questa è la sola luce che può renderci vivi davvero. E ci sentiamo in gabbia dentro le nostre calde mura, con la paura di uscire per prendersi un malanno e stare ancora peggio. D'inverno per scaldarci dentro pensiamo di dover bere un tè caldo e ci sentiamo bene, d'estate basta un bacio. La gente ama la neve perchè non fa paura, le cose soffici non fanno mai paura, ma io penso che la neve sia un nemico furbo, che copre e raffredda tutto, lasciando il compito di sciogliere e scaldare al sole, che arriva sempre troppo tardi. 
È così brutto, come si può amare una cosa tanto brutta? Chi ama l'inverno, quelle sono le persone da temere nella vita, poichè celano, celano sempre e sono rudi e freddi nell'animo, sono coloro che pensano prima di agire regolarmente, senza impulsi , senza follie, senza amor proprio. 
L'inverno è l'unica stagione in cui la natura non ha spazio, non la si sente, non la si può sentire nè toccare. Ed un uomo senza natura da vedere, toccare e sentire, non è uomo.

Per sdrammatizzare un po' aggiungerei: 
"Fatevi portare via tutto, ma non fatevi portare via l'estate che è dentro di noi, perché l'estate non è una stagione, ma uno stato d'animo". Jerry Calà

Lei


Spulciate gli altri nostri articoli

Seguiteci su Facebook: TheFicienti official page
oppure
Twittateci: @TheFicienti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.