31 maggio 2014

Con le start-up stiamo esagerando

Nella giungla della crisi lavorativa ci si reinventa come si può, ma anche qui ci sono delle mode che periodicamente spopolano. Adesso è il periodo delle start-up. Ogni piè sospinto c'è qualcuno che start-uppa come se non ci fosse un domani. Se prendete una persona a caso per strada e chiedete cosa fa nella vita, nel 78,36% dei casi risponderà "Ho appena avviato una start-up".

Iniziamo col dire che il termine start-up è leggermente inflazionato e quasi sempre usato in maniera errata. La start-up NON è un particolare tipo di attività, bensì una fase di vita dell'azienda, per l'esattezza è la fase iniziale, quindi ogni azienda del globo terracqueo ha affrontato la fase di start-up nel momento in cui è nata. 
Cari start-uppatori, voi non state avviando una start-up, state avviando un'impresa. Ogni volta che sento "sto avviando una start-up" mi vengono i brividi.


Questa moda rende però tutto molto più figo ed interessante, potrete avviare attività di vario genere e mascherare la loro vera natura dietro a termini che vi faranno apparire dei veri top manager. Per esempio:
- Che lavoro fai?
- Eh sai, sto avviando una start-up (brividi) specializzata in servizi di smaltimento di tessuti cellulari esausti, stoccati sotto terra in appositi box di materiale eco sostenibile oppure ridotti di massa tramite un processo di burning ed immagazzinati a muro.

TRADUZIONE: ho aperto un'impresa di pompe funebri e seppellisco gente morta oppure la cremo.

Come potete vedere, start-uppare crea tutt'altro effetto e tutt'altro interesse.

Giusto l'altro giorno ho incontrato un amico che non vedevo dai tempi del liceo e chiacchierando siamo venuti all'argomento "cosa fai adesso". La sua risposta è stata più o meno questa:
"Ho avviato una start-up (nuovamente brividi) con un socio, in sostanza siamo dealers per diversi brands di outdoor offrendo parallelamente loro un servizio di ricerca in ambito di customer satisfaction e di feedbacks picking. In più, avendo contatto col pubblico, offriamo ai consumatori finali consulenze pre acquisto e servizi post acquisto."
Non avendoci capito molto, ho chiesto ad un amico comune che diavolo di attività fosse e la risposta non poteva essere più banale: un negozio di abbigliamento. Tutta quella manfrina per dire che raccolgono le critiche dei clienti e danno loro dei consigli su taglie e colori.
Ad uno così mi verrebbe da dirgli "Ma ho sentito che tua madre ha avviato una start-up (mi adeguo all'ignoranza) di servizi al cliente atti ad incrementare il relax fisico e mentale attraverso tecniche di massaggio orale" solo per sentirmi chiedere "Cosa fa mia madre?" e rispondere "Stacca ciuccioni a pagamento".

Ragazzi, ascoltate un cretino: non farcitevi la bocca di termini tecnici che spesso e volentieri non vogliono dire un tubo o sono usati impropriamente. Il successo di un'impresa non è dato dal modo in cui viene descritta, ma dall'impegno e la passione con la quale viene condotta.

By Lui

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