9 luglio 2013

Aule studio: noi non siamo studenti, siamo gladiatori con la tracolla

Più sovraffollate del carcere Regina Coeli, più popolose di un barcone di profughi diretto a Lampedusa, più climaticamente raccapriccianti di un concerto degli Zero Assoluto con l'apertura di Gigi d'Alessio, le aule studio in periodo esami si trasformano in un Hunger Games di sopravvivenza ed un'arena in cui il must have è la prepotenza.

Il programma tipico di una giornata di studio in sessione estiva prevede:



H 8: apertura bagarini per scommesse sull'accaparramento posti e sul rapporto (figa)gnagna/secchie presente in giornata.

H 8.30: apertura cancelli: iniziano le prime lotte per l'occupazione degli armadietti.  
I topi da laboratorio in pole position si agitano come Boston George alla dogana con 200 kg di coca (...cola, diceva Vasco) nella valigia, a vederli quasi pare di trovarsi in quel deprecabile programma Rai con i pacchi in cui ogni box regala bamba, mignotte, viaggi e denaro. (Forse le prime due no, ma ci stava). Rimango scosso dalla brama incontenibile che i secchia hanno di studiare. (In 5 anni mai arrivato in aula studio prima delle 11, passato sempre tutti gli esami con nonchalance e prossima settimana mi laureo. ciaograzie). Questi alle 8 corrono. Pazzesco.

H 9: occupazione dell'intero tavolo da riservare al branco. Iniziano le faide inter-amicali. I caposecchia (che si sentono fighi perché tengono a cannone così tanti posti, tali da poter istruire l'intera popolazione del Burkina Faso) lanciano occhiate furtive e minacciose a tutti coloro che transitano nei pressi della loro sfigaggine minacciando di lanciare uno degli otto libri di farmacologia che si sono portati per occupare.

H 11: dopo tre ore di inutilizzo del tavolo sul quale avrebbe fatto in tempo a prendersi un diploma Emilio Fede, i posti diligentemente preservati dai secchia vengono occupati dai loro amici (gente come me) che durante la mattinata hanno fatto in tempo a fare colazione al bar, fare shopping, limonare, raccogliere agrumi fuori dall'aula studio ed infine arrivare rilassati come in una SPA al posto indicato, dando in cambio una pacca sulla spalla al secchia che in quel momento prova l'inclusione sociale massima della sua vita. Trovo posto grazie ad un colpo di culo e lo preservo ringhiando giustizia per i più svogliati.

H 13: dopo due ore ben fatte inizia la mia giornata di pause e distrazioni interrotta da sprazzi di studio più rari di un'assicurazione auto a Napoli. Pranzo in piazza ridendo con amici, mentre al rientro il secchia, palesemente sudato, arranca su otto ore di riproduzione di bobine e tre quaderni di appunti.

H 14: inizio a studiare radiologia ed istologia nonostante non siano materie curriculari: osservo e commento ogni cellula femminile transitante per la zona, faccio mammografie oculari redigendo una dettagliata tassonomia insieme agli altri compagni.

H 16: vado a giocare a pallavolo/calcio/tennis con amici mentre il secchia ci saluta con una penna, sporco di saccenza.

H 18: Sopravvivo alla giornata di studio con la stessa efficacia di Napoleone a Sant'Elena arrivando a casa morto di sonno, sete e fame.

Per la cronaca. Giorno dell'esame: io raccolgo un onesto 26 con un effettivo tempo di studio di una settimana mentre il secchia prende il suo falso 29 con tre settimane impiccate di studio.

Hey secchia, where is your god now?

Adotta anche tu un amico secchia. Hanno bisogno di noi per capire cosa sia la vita!

by L'Altro

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